sabato 10 gennaio 2015

L'ARTE DI LEONARDO DA VINCI


LEONARDO DA VINCI
(1452 - 1519)
La formazione
Il personaggio più affascinante del Rinascimento nacque il 15 aprile 1452 presso  il villaggio di Vinci, a sessanta miglia da Firenze.

Sua madre era una contadinella, Caterina, che non si era curata di sposare il padre del bambino. Il seduttore di Caterina, Piero d'Antonio, era un avvocato fiorentino piuttosto danaroso. Proprio nell'anno in cui nasceva Leonardo, egli sposava una donna del suo ceto e Caterina doveva accontentarsi di un marito contadino. Ella cedette il suo grazioso figlioletto a Pietro e alla moglie, cosicché Leonardo crebbe negli agi di una famiglia semiaristocratica, privo dell'affetto materno. Forse fu in quell'ambiente della sua infanzia che egli acquistò il gusto delle vesti raffinate e l'avversione per le donne.
Frequentò la scuola del vicinato, si dedicò con passione alla matematica, alla musica e al disegno, e rallegrò suo padre col canto e il suono del liuto. Per disegnare bene osservò tutte le cose della natura con curiosità, con pazienza e con cura; la scienza e l'arte, così notevolmente unite nella sua mente, avevano una sola origine: l'osservazione accurata. Quando ebbe raggiunto i quindici anni circa. il padre lo condusse nella bottega del Verrocchio a Firenze, e persuase quel versatile artista ad accettare il figlio come apprendista.
Tutto il mondo della cultura conosce la storia raccontata dal Vasari circa l'angelo dipinto da Leonardo nella parte sinistra del "Battesimo" del Verrocchioe lo stupore del maestro dinnanzi alla bellezza della figura, tanto che abbandonò la pittura per dedicarsi alla scultura. Probabilmente questa abdicazione non è che una leggenda post-mortem, dato che il Verrocchio compose altri quadri dopo il Battesimo. Forse in quel periodo di apprendistato Leonardo dipinse 













L'Annunciazione"  del Louvre, ove l'angelo è goffo e la Madonna ha un atteggiamento di sorpresa e di spavento. 

Difficilmente infatti avrebbe potuto apprendere la grazia del Verrocchio. Nel frattempo ser Piero si arricchiva, comperava molti possedimenti, trasportava la famiglia a Firenze (1469) e sposava quattro mogli, una dopo l'alt. La seconda di esse aveva appena 10 anni più di Leonardo. Quando la terza diede a Piero un figlio, Leonardo, per decongestionare la famiglia, andò a vivere con il Verrocchio. In quell'anno (1472) egli fu ammesso a far parte della compagnia di san Luca, un'associazione composta soprattutto da farmacisti, medici e artisti, acquartierata nell'ospedale di Santa Maria Nuova. Qui Leonardo trovò, con molta probabilità, l'occasione di studiare sia l'anatomia interna sia quella esterna. Forse fu lui che dipinse in quegli anni il "San Gerolamo" della Galleria Vaticana, dal corpo scarno e dall'anatomia perfetta. E fu probabilmente lui che, verso il 1474 dipinse la policroma "Annunciazione" degli Uffizi, che denota ancora l'immaturità




dell'artista. Una settimana prima che compisse ventiquattro anni, Leonardo e altri tre giovani furono chiamati davanti alla Signoria Fiorentina riunita, per rispondere dell'accusa di aver avuto rapporti omosessuali. S'ignora il risultato di tale inchiesta. Il 7 giugno 1476, l'accusa fu ripetuta, l'Assemblea fece imprigionare Leonardo per breve tempo e lo rilasciò, assolvendolo per mancanza di prove. Un anno dopo l'accusa, gli fu offerto uno studio, nei giardini Medici ed egli accettò.. Nel 1478 la Signoria stessa gli chiese di dipingere una pala d'altare nella cappella di San Bernardo, in Palazzo Vecchio. Non si sa perché egli non abbia adempito all'incarico, che fu poi preso dal Ghirlandaio; Filippino Lippi terminò l'opera di quest'ultimo. Ciononostante la Signoria diede a lui e al Botticelli un altro incarico: quello di dipingere il ritratto di due uomini impiccati per la congiura dei Pazzi contro Lorenzo e Giuliano de' Medici. Leonardo, col suo quasi morboso interesse delle deformità e delle sofferenze umane, avrà sentito certamente qualche attrazione per il macabro soggetto. In verità egli si interessava a tutto. Ogni posizione e atteggiamento del corpo umano, ogni espressione su di un volto giovane o su di un vecchio, gli organi e i movimenti degli animali e delle piante, dall'ondeggiare del grano nei campi fino al volo degli uccelli, le erosioni e gli aumenti delle montagne avvenuti attraverso i vari cicli, le correnti delle acque e lo spirare dei venti, le variazione del tempo e le gradazioni dell'atmosfera, l'inesauribile varietà dei corpi celesti, tutto ciò gli apparve di una bellezza sconfinata. Egli riempì pagine e pagine con le sue osservazioni e con i disegni riproducenti le loro forme svariate. Quando i monaci di San Scopeto gli chiesero di dipingere un quadro per la loro cappella (1481), egli fece tanti schizzi dei particolari e delle forme che si perse nei dettagli e non finì mai la  "Adorazione dei Magi"
Tuttavia essa rappresenta uno dei suoi quadri migliori. Il piano dal quale egli lo sviluppò era disegnato su un tracciato prospettico strettamente geometrico e tutto lo spazio restava diviso in quadrati di grandezza decrescente. Da ciò si vede che in Leonardo il matematico sempre gareggiava e spesso cooperava con l'artista. Tuttavia quest'ultimo era in pieno sviluppo come si vede nella posa e nei lineamenti della Vergine, nei Magi capiti in modo notevole (dato che si trattava di un artista molto giovane) nel carattere e nell'espressione proprie della vecchiaia e infine nel filosofo di sinistra, dall'espressione assorta di chi è immerso in una speculazione quasi scettica, come se il pittore fosse fin d'allora riuscito a vedere la narrazione evangelica con uno spirito involontariamente incredulo, e tuttavia devoto. Intorno a queste figure se ne raccolgono tante e tante altre, come se uomini e donne di tutti i generi si fossero affrettati a recarsi presso questa capanna, per cercarvi ansiosi il significato della vita e la luce del mondo, trovando la risposta in un susseguirsi di nascite. Il capolavoro incompiuto, sbiadito dal tempo, è esposto nella Galleria degli Uffizi a Firenze, ma fu Filippino Lippi che eseguì il dipinto, ordinato dai frati scopetani. 


Iniziare qualcosa, concepirlo in modo troppo grandioso e perdersi negli schizzi dei particolari; vedere, oltre il soggetto, una prospettiva sconfinata di forme umane, di animali, di piante e costruzioni architettoniche, di rocce e di monti, di ruscelli, di nuvole e di alberi, il tutto avvolto in un mistico chiaroscuro; lasciarsi assorbire più dal concetto della pittura che dalla sua realizzazione tecnica; lasciare agli altri l'incarico minore di dare il colore alle figure disegnate e poste in modo da metterne in evidenza il significato; abbandonarsi alla disperazione, dopo lunghe fatiche della mente e del corpo, per l'imperfezione con cui la mano e la materia avevano dato vita a ciò che era stato sognato; questo, tranne qualche eccezione, doveva essere sino alla fine il temperamento e il destino di Leonardo.



https://www.youtube.com/watch?v=DulXWXAOkEU

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