venerdì 6 febbraio 2015

LA RAPPRESENTAZIONE DELLA FIGURA UMANA NEL MONDO ANTICO

LE TECNICHE NELL'ARTE

La scultura, l'architettura e la pittura egizia avevano un unico scopo: glorificare alla sua morte un faraone od un nobile, passato, come si pensava, ad un'altra vita. Per questo motivo le pitture egizie che ancora oggi ammiriamo rivestivano le pareti delle costruzioni funerarie. Questi sepolcri erano complesse strutture create per custodire il corpo del faraone. I dipinti, generalmente accompagnati da iscrizioni, illustravano scene della vita terrena del sovrano, in particolare episodi che potevano assicurargli una buona accoglienza nell'altra vita.
Non ci si aspettava dagli artisti che avessero uno stile personale: essi erano anonimi artigiani il cui compito era quello di eseguire con precisione figure secondo un complesso sistema di regole che definiva le proporzioni del corpo.

La rappresentazione degli uomini e della natura, filtrata attraverso queste regole, ha spesso un carattere convenzionale: non si cerca il realismo perché lo scopo di queste pitture è narrativo e non rappresentativo.
Arte egizia - Sennufer e sua moglie

La figura umana era dipinta raffigurando ogni parte del corpo dall'angolazione più facile da riprodurre.  Le figure venivano generalmente ritratte di profilo, ma l'occhio era dipinto frontalmente, in modo che mostrasse la sua forma più caratteristica. Le spalle, anche se viste di fronte, presentavano il petto leggermente voltato, in modo che un seno o, il muscolo del petto, restassero di profilo. Le braccia e le mani erano viste di lato, in modo da evitare ogni problema di prospettiva.

Arte egizia - Sennufer e sua moglie

I dipinti erano eseguiti generalmente su uno strato di bianco sovrapposto alla malta grigia del muro ed i disegni di base erano eseguiti molto accuratamente con colore nero diluito. 
Alcuni sono in realtà bassorilievi colorati, ma in essi la rappresentazione delle figure segue le stesse regole delle pitture.



Nei primi secoli l'artista aveva a disposizione una gamma ristretta di colori (rosso, giallo, azzurro, bruno, bianco, nero, verde). All'epoca della XVIII dinastia però la tavolozza si arricchisce: c'erano già tre varietà di giallo, tre di bruno, due di rosso, di azzurro e di verde. Nel periodo saitico oltre a nuove sfumature di verde, giallo e azzurro, compaiono il rosa ed il viola. Il colore era comunque sempre piatto, senza traccia di chiaroscuro.

Arte bizantina - Madonna in Trono con Bambino






Bisanzio divenne il maggiore centro politico ed artistico dell'impero; vicina alle ricche zone orientale, relativamente al sicuro dai barbari, questa città sviluppò un'arte originale caratterizzata dallo splendore dei colori, dalla fissità dei volti e dalla ripetitività delle forme.

Arte bizantina - Madonna con Bambino
















L'arte bizantina, espressione di una società gerarchica e statica, ma ancora ricca ed attiva, si diffuse nell'occidente imbarbarito fino a soppiantare 
Arte romana - Basilica di Santa Pudenziana, mosaici















l'arte romana, che mandava gli ultimi bagliori nel IV secolo, con i mosaici di S. Sabina, S. Pudenziana, S. Maria Maggiore.

Arte romana - Basilica di Santa Sabina, mosaici





















Arte greca - Il Doriforo di Policleto












Al contrario degli egizi, il cui sguardo era volto verso l'aldilà, gli antichi greci erano più preoccupati dalla vita terrena e la loro espressione artistica non poteva non riflettere questa tendenza. Contrariamente a quella degli egizi, l'arte greca è in continua evoluzione, dalle sculture ancor rigide del VI secolo a.C. alla classica compostezza di Policleto o Mirone, ai complessi motivi ispiratori delle opere d'età ellenistica.



Arte greca - Il Discobolo di Mirone

Arte greca - Il Discobolo di Mirone


Mirone - Athena e Marsia





























Per questo motivo non è possibile parlare di caratteri comuni dell'arte greca se non in maniera assai generale. 

Il senso del limite, delle proporzioni, l'equilibrio, l'ammirazione per la bellezza del corpo umano hanno ispirato gli scultori greci, anche se nel periodo ellenistico questi ideali sono stati sostituiti dalla ricerca di effetti.



La pittura romana aveva un'intonazione più realistica. Della pittura romana non è rimasto molto all'infuori degli affreschi conservati sotto la lava che seppellì Ercolano e Pompei. La pittura romana era compendiaria, tesa cioè a raffigurare la realtà con rapidi accenni.
Affreschi romani - Dirce

Affreschi romani - Enea e Didone - Pompei
Affreschi romani - Pompei - Alcesti e Damet


Affreschi romani - Nettuno Anfitrine- Pompei




Era dunque un metodo che non partiva dall'esperienza, ma dall'idea che il pittore aveva della realtà e che giustifica il passaggio dallo stile realistico dei primi secoli dell'impero, alle scene e ai simboli dipinti nelle catacombe cristiane, assai caratterizzati, ma spesso altrettanto rozzi.

Catacombe cristiane

Catacombe di Priscilla
Catacombe di Callisto

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