giovedì 15 gennaio 2015

LE DONNE NELL'ARTE

ARTEMISIA GENTILESCHI
(Roma1593 - Napoli 1652 c.a.)

Artemisia, pittrice italiana, nasce nel 1593 da Orazio Gentileschi e da Prudenza Montone.
Il padre è il fratellastro del pisano Aurelio Lomi e diventerà uno dei più famosi seguaci del Caravaggio. L'esistenza di Artemisia dovette svolgersi già dai suoi primi anni in un ambiente dove naturali saranno state le frequentazioni artistiche e, malgrado il pessimo carattere del padre, non le saranno mancate le possibilità di conoscere e di crescere a contatto con gli amici (e i nemici) di Orazio. L'adolescenza della Gentileschi sta compresa tra due processi, che in diverso  modo dovettero risultare importanti per la sua carriera e per la sua vicenda umana: nel 1603 il processo intentato da Giovanni Baglione, coadiuvato dall'amico seguace Tommaso Salini, contro il Caravaggio e i suoi amici Orazio Gentileschi e Onorio Longhi, per i versi infamanti scritti e fatti circolare da questi ultimi contro il biografo-pittore; nel 1612 il processo intentato dal padre contro l'amico e collega Agostino Tassi, che nel maggio dell'anno precedente aveva violentato la pittrice.
Le cronache dei due dibattimenti, frequentatissime dagli studiosi di argomenti caravaggeschi quelle del primo, piuttosto oggetto di analisi sociologiche quelle del secondo, offrono, per la loro cangiante ambiguità, affascinante materiale di indagine e inesauribili spunti interpretativi.

Susanna e i Vecchioni Artemisia Gentileschi
Nei nove anni che separano i due procedimenti giudiziari, che videro il padre protagonista, Artemisia compie il suo apprendistato artistico e il precoce debutto nell'attività autonoma. Orazio, nella lettera inviata a Cristina di Lorena a Firenze in occasione del processo del 1612, afferma con orgoglio che la figlia dipingeva da tre anni e che ella era stata già capace di eseguire opere tali "che forse i principali maestri di questa professione non arrivano al suo sapere". Nel 1609 dunque Artemisia era già una pittrice compiuta e se a confermarlo non bastassero le parole, non sempre sincere del padre, lo dimostra in modo inequivocabile il primo quadro firmato e datato della Gentileschi, la "Susanna e i vecchioni" di Pommersfelden la cui data 1610 ha lasciato a lungo perplessi gli studiosi, soprattutto quando si credeva che Artemisia fosse nata nel 1597, sulla base di una dichiarazione falsa, destinata a impietosire maggiormente i giudici, di Orazio, che attribuisce alla figlia, al momento della denuncia, cioè nel 1612, l'età di quindici anni. La Susanna di Pommersfelden rivela una maturità di artista già perentoriamente raggiunta, che implica sicuramente un precedente tirocinio - breve e bruciante quanto lo si possa immaginare - e altre opere di qualche livello prima di questa. 



Malgrado la luce chiara, l'atmosfera perlacea della raffigurazione, le dirette relazioni con la pittura romana del Merisi, pare che siano evidenti: nella figura di Susanna, che è stretta parente di Maddalena Doria (opera del Caravaggio "Maddalena penitente, quadro che contribuisce, insieme alla Santa Caterina Thyssen, già Del Monte, a modellare un'immagine femminile dai lunghi capelli ramati e dalla fronte corrucciata, protagonista di monti quadri di Artemisia), mentre quel tipico gesti di protezione-ripulsa-attrazione, che diventera' così ricorrente nella gestualita' della pittrice, trova probabilmente un prototipo nel chierichetto urlante del "Martirio di San Matteo" (Caravaggio) di San Luigi dei Francesi.

Maddalena penitente - Artemisia Gentileschi
Maddalena penitente - Caravaggio

L'Incredulità - Caravaggio





















Quanto ai due vecchioni, dalla curiosità rapace e fisicamente oppressiva, come non riconoscerne un precedente nell'attrazione intensa che muove Tommaso e gli altri nell'"Incredulità" (Caravaggio) oggi a Potsdam, ma nel 1610 nel palazzo del marchese Giustiniani. Nella Susanna, Artemisia sembra aver fatto della strada in più autonomamente. Partendo da quelle basi la pittrice introduce nella raffigurazione un'energia dinamica - che pare assorbita direttamente dal Caravaggio - che muove e lega i personaggi, infondendo loro un'inesausta tensione: lo si rileva nella torsione da statua classica di Susanna, nel moto avventante dei due vecchioni. 
La Madonna col bambino - Artemisia Gentileschi


Un dinamismo compositivo che ritrova la stessa forza in un'altra tela che dovrebbe collocarsi in prossimità del quadro di Pommersfelden, "La Madonna col bambino" (Galleria Spada) dove il mirabile panneggio intorno alle gambe della vergine, la posizione e il gesto del bambino, la compressa energia delle masse dentro i limiti angusti del supporto, contribuiscono a movimentare l'immagine dall'interno.






BERTHE MORISOT - "LE EMOZIONI DELLA LUCE"
Pittrice francese impressionista
(1a parte)
Berthe Morisot nacque a Bourges (Cher) il 14 gennaio 1841, pronipote di Jean-Honoré Fragonard (pittore francese importante esponente del rococò e uno dei maggiori artisti francesi del XVIII secolo). Suo padre, che era Prefetto del Dipartimento dello Cher, nel 1852 si trasferì stabilmente con tutta la famiglia a Parigi. Berthe, all'età di 16 anni, insieme alle due sorelle Yves e Edma, seguì dei corsi di disegno da un maestro privato, Geoffry Alphonse Chocarne. Berthe dimostrò subito un notevole talento, ma non potendo essere accettata all’École des Beaux-Arts in quanto donna, studiò privatamente con il pittore accademico Joseph Guichard, il quale, riconoscendo il grande potenziale artistico della ragazza, la indusse a copiare dal vivo le opere del Louvre. Guichard capì presto che l'interesse di Berthe per la pittura l'avrebbe indotta a dedicarsi interamente all'arte e mise in guardia la madre della giovane contro una tale "catastrofe". Il fatto che nel 1860 essa fosse già ansiosa di dipingere en plain air e che Guichard disapprovasse, ci dà un quadro interessante della situazione dell'epoca. 
Nel 1861, Berthe fu presentata all'artista Jean Baptiste Camille Corot e con lui cominciò a dipingere "sul motivo", a diretto contatto con la natura ("L'ombrello verde", 1867 Cleveland, Ohio, Museum of Art).   Berthe fece la sua prima esposizione al Salon  ufficiale, nei locali dello studio del fotografo Nadar, al quale fu ammessa nel 1864 e l'anno dopo la sua seconda, nella quale presentò alcuni paesaggi, freschi e delicati. Corot iniziò a frequentare la casa dei genitori una volta alla settimana, influenzando in modo determinante il suo sviluppo.

Berthe-Morisot-L'ombrello verde


Berthe-Morisot- La culla

Malgrado l'interesse per i paesaggi, Berthe amava dipingere anche le semplici cose quotidiane: la sorella presso una culla ("La culla"), donne che cuciono o intente ad abbigliarsi. Nel 1868 conobbe Manet, che le chiese di posare per lui. Berthe accettò e nel corso degli anni Manet la ritrasse in 11 opere (Il balcone, Il riposo, Ritratto di Berthe con un mazzetto di viole, etc.).





Espose regolarmente ai Salons parigini ufficiali tutti gli anni, sino al 1873. Conquistata dal movimento impressionista, anche grazie alle sue amicizie, lasciò il Salon ufficiale e nel 1874 aderì al gruppo degli "indipendenti" (i futuri impressionisti), seguendo Monet, Sisley e Renoir con i quali partecipò, unica donna, alla prima mostra che essi allestirono sotto il nome di "Artisti Anonimi Associati". 
Col tempo Berthe divenne una delle personalità di spicco del gruppo impressionista e la sua casa si trasformò in un luogo di ritrovo per musicisti, pittori e letterati, tra cui Stéphane Mallarmé, Emile Zola e Pierre-Auguste Renoir.

BERTHE MORISOT - "LE EMOZIONI DELLA LUCE"
Pittrice francese impressionista
(2a parte)
Nel 1868, mentre Berthe Morisot copiava un dipinto di Rubens al Louvre, il pittore e litografo Fantin-Latour la presentò ad Edouard Manet, col quale si legò di un'amicizia che avrebbe modificato la sua arte e la sua vita e probabilmente anche quella di Manet, della cui cerchia entrò a far parte nel 1868. Nell'autunno dello stesso non posò per il suo "Balcone", che secondo John Richardson, fu ispirato in parte dalla vista di un gruppo di persone su un balcone a Boulognes e in parte dalla "Donna al balcone" di Goya, mal Museo del Prado. 
La Morisot divenne dipendente da Manet al punto di risentirsi quando egli nel 1869, cominciò a interessarsi a una nuova allieva e modella, la bella Eva Gonzalès. Nel 1869, Berthe dipinse l'affascinante "Porto di Lorient", per il quale la sorella Edma aveva posato en plain air. Manet ne fu tanto colpito che Berthe glielo regalò. Il Salon del 1870 accettò un ritratto della sorella e un doppio ritratto di Edma e e della madre intente a leggere, "La Lettura", ma quest'ultimo quadro la mise in grande imbarazzo per i cambiamenti apportatavi da Manet, tanto che essa non ritenne di poterla presentare come opera propria. 
Berthe-Morisot- Il porto a Lorient


Berthe-Morisot-La giovane che indossa la calza

Berthe-Morisot- Il bagno
Nel 1874 Berthe sposò il fratello di Manet, Eugène. Strinse amicizia con Degas e Puvis de Chavannes e le sue incantevoli lettere alla sorella, ci danno una vivace descrizione dei due artisti, presenti ai frequenti ricevimenti di Alfred Stevens. Fino al 1873, espose regolarmente tutti gli anni ai Salons parigini ufficiali. Conquistata dal movimento impressionista, anche grazie alle sue amicizie, lasciò il Salon ufficiale e nel 1874 aderì al gruppo degli "indipendenti" (i futuri impressionisti), seguendo MonetSisley e Renoir, con i quali partecipò, unica donna, alla prima mostra che essi allestirono sotto il nome di "Artisti Anonimi Associati". Col tempo Berthe divenne una delle personalità di spicco del gruppo impressionista e la sua casa si trasformò in un luogo di ritrovo per musicisti, pittori e letterati, tra cui Stéphane Mallarmé, Emile Zola e Pierre-Auguste Renoir.

Nel febbraio del 1895 Berthe si ammalò. Non era in condizioni gravi, ma il sopravvenire di una polmonite fece precipitare gli eventi. Ebbe il tempo di affidare sua figlia Julie a Mallarmé e a regalare gran parte dei suoi lavori agli amici più cari. Il 2 marzo la pittrice morì. Fu sepolta nella tomba della famiglia Manet, nel cimitero di Passy. La sua lapide porta solo la scritta: "Berthe Morisot, vedova di Eugène Manet". Non un accenno alla sua carriera di artista; del resto, anche il suo certificato di morte reca la dicitura "senza professione". Nel primo anniversario della sua scomparsa la galleria Durand-Ruel organizzò una retrospettiva con 394 tele, disegni e acquarelli.

LE DONNE NELL'ARTE
Frida Kahlo (Coyoacàn 6 luglio 1907 - Coyoacàn 13 luglio 1954)
UNA GRANDE PITTRICE, MOLTO AMATA IN MESSICO, ma non solo
La sua pittura - molto intensa - comunica sensazioni di dolore e solitudine ma anche di grande forza, dignità ed amore per la vita. 
Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón nasce il 6 luglio 1907 a Coyoacán (Messico) ed è la figlia di Carl Wilhelm Kahlo, a cui è molto legata affettivamente, uomo semplice e simpatico, ebreo, amante della letteratura e della musica, pittore e fotografo emigrato in Messico dall'Ungheria.
Frida Kahlo è senza ombra di dubbio la pittrice messicana più famosa ed acclamata di tutti i tempi, diventata famosa anche per la sua vita tanto sfortunata quanto travagliata. Sostiene di essere nata nel 1910, "figlia" della rivoluzione messicana e del Messico moderno. 
Un evento terribile, il 17 settembre 1925 all'età di 18 anni, cambiò drasticamente la sua vita e la rinchiuse in una profonda solitudine. Frida all'uscita di scuola salì su un autobus con Alejandro per tornare a casa e pochi minuti dopo rimase vittima dell'incidente causato dall'autobus su cui viaggiava e un tram. L'autobus finì schiacciato contro un muro. Le conseguenze dell'incidente furono gravissime per Frida: a seguito delle ferite e delle numerose fratture, fu sottoposta nel corso degli anni a trentadue interventi chirurgici. Dimessa dall'ospedale, fu costretta ad anni di riposo nel letto di casa, col busto ingessato.
Frida_Kahlo_"Colonna rotta"

Questa situazione la spinse a leggere libri sul movimento comunista e a dipingere; si dedicò con passione alla pittura e nonostante il dolore fisico e psichico dei postumi dell'incidente, continuò ad essere la ragazza ribelle, anticonformista  e vivacissima che era stata prima.
Il suo primo soggetto fu un autoritratto che donò al ragazzo di cui era innamorata. Allora i suoi genitori le regalarono un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto, in modo che potesse vedersi, e dei colori. Iniziò così la serie di autoritratti. "Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio" affermò. Dopo che le fu rimosso il gesso riuscì a camminare, con dolori che sopportò per tutta la vita. 
The frame - Frida Kahlo
Un giorno decise di portare i suoi dipinti a Diego Rivera, illustre pittore murale dell'epoca, per avere una sua critica. Rivera era un uomo imponente, alto e grasso con un temperamento geniale, allegro e irruenti, comunista appassionato e grande conquistatore di donne bellissime. Questi rimase colpito positivamente dallo stile moderno della giovane artista, tanto che la introdusse nella scena politica e culturale messicana. Frida diventò un'attivista del partito comunista e partecipò a diverse manifestazioni; nel frattempo si innamorò di Rivera e nel 1929 si sposarono. Conseguentemente alle sofferenze sentimentali, dovute ai numerosi tradimenti subiti, ebbe anche lei numerosi rapporti extraconiugali, comprese varie esperienze omosessuali. In quegli anni al marito furono commissionati alcuni lavori negli USA, come il muro all'interno del Rockfeller Center di New York e gli affreschi per la Esposizione universale di Chicago. Nel periodo in cui soggiornarono a New York, Frida rimase incinta ma ebbe un aborto spontaneo a causa dell'inadeguatezza del suo fisico. Questo accaduto la sconvolse molto, tanto che decise di tornare in Messico con il marito. I due decisero di vivere in due case separate collegate da un ponte, in modo da avere ognuno i propri spazi "artistici". Divorziarono nel 1939 a causa del tradimento di Rivera con la sorella di Frida. Nel 1940 si riavvicinarono e si risposarono a San Francisco. Da lui assimilò uno stile intenzionalmente "naïf" che portò Frida a dipingere piccoli autoritratti ispirati all'arte popolare e ai folclori precolombiani.
Frida_Kahlo_autoritratto
Il suo obiettivo era quello di affermare, in maniera inequivocabile, la propria identità messicana ricorrendo a soggetti tratti dalle civiltà native.
Frida_Kahlo


Due-nudi-nel-bosco-Frida-Kahlo, 1939















La vita e le opere della pittrice messicana Frida Kahlo esercitano un grandissimo fascino artistico e un forte impatto emotivo. Per alcuni questa artista coraggiosa sarà ricordata nei tempi come la più grande pittrice del Novecento.
I COLORI DEL DOLORE
Un esempio del suo dolore è il quadro, Henry Ford Hospital o "Il letto volante" (1932, 30,5x38 cm) eseguito a Detroit città che odiava, ma dove restò per stare vicino al marito Diego Rivera. Qui ebbe il suo secondo aborto: stette in ospedale tredici giorni e il secondo giorno iniziò a disegnare prima lei poi un feto. Realizza così questo quadro dove troviamo un letto ospedaliero in un paesaggio deserto e desolante: lei è distesa nuda in una pozza di sangue, una grossa lacrima bianca scende dal viso, la sua mano tiene un filo-cordone rosso sangue che si aprirà alla rappresentazione di sei strane figure con al centro un feto, il bambino non nato. Dolore, solitudine, tristezza, disgrazia, desolazione sono i sentimenti che questo quadro suscita ma Frida riuscirà a superare anche questa mancanza di maternità trasferendo il suo amore sui bambini degli altri, sui nipoti e sui figli di Rivera e Lupe o come qualcuno afferma sugli animali come le scimmiette e i pappagalli o ancora sulla raffigurazione di frutta e fiori sempre così vivi nei colori. Dipinse il quadro "Letto volante" per la prima volta su metallo e con tecniche che ricordano gli ex voto o i retablos messicani così precisi nel raccontare ed è così primitivo nella sua prospettiva sbagliata, negli strani colori pastello scelti per quel paesaggio industriale che si staglia all'orizzonte.

1 commento:

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