martedì 17 marzo 2015

ASTRATTISMO - LA NASCITA DEL CAVALIERE AZZURRO

DER BLAUE REITER - La Nuova associazione degli artisti monacensi

Il vivace clima monacense dell'inizio del Novecento favorì la nascita di vari raggruppamenti di artisti, tra cui diverse personalità straniere, attratte dal clima cosmopolita e dalla vivace atmosfera culturale della città.
Wasilij Kandinskij (1866-1944), da Mosca, dov'era nato, si era trasferito a Monaco nel 1896 e aveva aderito nel 1909 alla Nuova associazione degli artisti monacensi che riuniva personalità come Alexander Jawlenskij, Alfred Kubin, Gabriele Münter. Il gruppo era nato sull'onda della crescente insoddisfazione verso il clima secessionistico, pervaso da una forte tendenza borghese e incline ad accettare come novità soprattutto le figure dei grandi maestri francesi dell'impressionismo. 

Ben presto, nel 1911, Kandinskij e Franz Marc (1880-1916), un artista che aveva aderito alla Nuova associazione degli artisti monacensi nel 1910, si staccarono dal gruppo e fondarono l'associazione Der Blaue Reiter, il Cavaliere azzurro. Se il primo raggruppamento era stato influenzato dalla pittura di Van Gogh e di Gauguin, oltre che dai fauves, gli artisti del Cavaliere azzurro vennero soprattutto attratti dalla tensione spiritualistica di Kandinskij, che già nel 1909 aveva scritto: 

"Partiamo dall'idea che l'artista, al di là dell'impressione che riceve dal mondo esterno e dalla natura, accumuli continuamente un tesoro di esperienze nel suo mondo interiore. La ricerca di forme artistiche che esprimono la compenetrazione di tutte queste esperienze, la ricerca di forme che eliminino il secondario per esprimere il necessario, insomma la tendenza alla sintesi, ci sembra la caratteristica che in questo momento unisce un sempre maggior numero di artisti".
Kandinsky Case a Murnau - Paesaggio estivo (1909)

KANDINSKIJ e MARC,  I FONDATORI DEL CAVALIERE AZZURRO
kandinsky - Con arco nero (1912)
Franz Marc - La torre dei cavalli azzurri 
Le basi teoriche di Kandinskij si riallacciavano al pensiero del filosofo francese Henri Bergson, all'intuizionismo e alle sue teorie sul concetto di tempo inteso come processo fluido. Kandinskij era rimasto inoltre colpito dalle riflessioni di Bergson sul dato di coscienza che, più che alla successione logica e temporale e alla sequenzialita' del pensiero, si appoggiava a un processo analitico intuitivo. L'artista si era inoltre interessato all'opera letteraria del simbolista belga Maeterlinck, malinconica, crepuscolare e ritmata dalla grande musicalità del verso. Caratteristiche che ritrovava nella teoria pittorica esposta da Friedmann ne "Il mondo delle forme", e nelle idee di Worringer sull'Astrazione ed empatia, con la sua attenzione per la "psicologia degli stili" che portavano a una prima definizione del concetto di astrattismo. Tali speculazioni erano per Kandinskij un forte richiamo verso un universo profondamente simbolico, nel quale ogni nesso con il reale era sorpassato, e dove l'ispirazione pittorica era ricondotta a puri impulsi spirituale.
Marc, dal canto suo, proveniva da studi filosofici e teologici. In una lettera di adesione alla Nuova associazione degli artisti monacensi, gia' nel 1910 aveva affermato che di quel gruppo ammirava soprattutto "… lo sforzo di spiritualizzare il materialismo degli impressionisti…"

Il nome scelto per il nuovo gruppo, il Cavaliere azzurro, spiegava le tendenze dei due artisti, spinti da una profonda tensione dinamica interiore e affascinati dalla forte risonanza emotiva del colore blu "principio maschile, austero e spirituale".

LO SPIRITUALE NELL'ARTE. Nei quadri dipinti tra il 1908 e il 1910, Kandinskij si era ormai allontanato dal soggetto e dalla rappresentazione del reale, pur approfondendo la pennellata veloce e la tavolozza vivace dei fauves, ammirati dal gruppo della Nuova associazione.

Nella tela del 1908, "Paesaggio con torre", si osserva il progressivo distacco del pittore dalla realtà, nelle forme che si sgretolano e nelle zone di colore, violenti lampi visivi, non più imprigionati nei contorni del disegno.
Kandinsky-Paesaggio-con-torre (1908)
Kandinskij inizia nel 1909 a dipingere la serie delle "Improvvisazioni", tele non più ispirate a una figurazione esteriore e oggettiva, bensì suscitate da emozioni simili all'allusiva percezione di ritmi e variazioni musicali.
kandinsky Improvvisazione V Parco (1911)

In "Improvvisazione V. Parco", del 1911, le forme sono intese come "accordi psichici" in uno spazio definito da linee e colori antinaturalistici che evocano differenti piani e sono determinati da impulsi psichici ed evocativi. Anche in sede teorica Kandinskij espresse il suo pensiero nel libro "Lo spirituale nell'arte", scritto intorno al 1910 e pubblicato nel 1912, nel quale affermava: 

"I problemi grandi e piccoli della pittura dipenderanno dall'interiorità
La via che percorriamo, e che è la nostra più grande fortuna, 
ci porterà a non basarci più sull'esteriorità ma sul suo opposto: 
la necessità interiore".

L'artista delineava una complessa teoria sul linguaggio delle forme e dei colori in senso astratto, definendo secondo le idee simboliste i caratteri propri a ogni colore e alle forme geometriche più pure, dividendo i primi in caldi e freddi e ricercando nell'accordo tra gli uni e le altre il "contenuto interiore" più equilibrato e il valore più assoluto e carico, allo stesso tempo, di forza immaginativa.

GLI ALTRI PITTORI DEL GRUPPO: MACKE, KUBIN E JAWLENSKIJ
Al gruppo del Cavaliere azzurro fondato da Kandinskij e Marc nel 1911, aderirono Alexej von Jawlenskij (1889-1957), Alfred Kubin (1877-1959), August Macke (1887-1914) e Paul Klee (1879-1940). Questi artisti, oltre a seguire le teorie dei due fondatori, si ispiravano a Van Gogh, a Gauguin, al Klimt più antinaturalistico, alla pittura dei cubisti e degli espressionisti della "Brucke", all'orfismo di Delaunay, esperienze tutte che convergevano verso una nuova definizione dell'arte. Erano tuttavia fortemente attratti dalle forme spontanee ed essenziali dell'arte primitiva e della libertà espressiva del mondo infantile, estranee a ogni regola compositiva.
I pittori del Cavaliere azzurro sostenevano un'arte basata sull'interiorita': l'artista ricercava attraverso forme semplificate e colori puri, una rappresentazione diversa rispetto a quella suggerita dal reale. Scriveva Franz Marc:

"Le opere infatti non hanno niente a che fare con lo stile e le necessità della massa ed essendo sorte piuttosto come sfida alla propria epoca, e suo malgrado"


Franz Marc - La volpe

Franz Marc dipingeva soprattutto animali, riconoscendo nella loro anatomia e nel loro movimento un'armonia di forme e arabeschi sinuosi e flessibili, vicini alla natura e al semplice decorativismo di ispirazione simbolista.
Franz Marc - Cavalli che sognano (1913)

Franz Marc - Uccelli (1914)

Il colore era usato soprattutto in senso espressivo e non realistico nelle tonalità più pure, senza chiaroscuri. Nel quadro "Il sogno" del 1911, un'irreale visione è delineata dall'artista, che nell'uso simbolico del colore e nello scontro tra linee curve e forme spigolose trova uno stile autonomo. 

Franz Marc Il sogno (1911)
August Macke, al contrario, si ispirò alla natura rifacendosi alle teorie sul colore di Kandinskij, ma non le intese più in senso spiritualistico. Riuscì a coniugare suggestioni matissiane a una  grande vivacita' rappresentativa come nella tela "Ristorante all'aperto" del 1912, con le sue figure stilizzate di colori brillanti e forti contrasti.
August Macke Ristorante all'aperto (1912)
August Macke - Grande vetrina illuminata (1912)

August Macke - Paesaggio con ruscello (1912)

Alfred Kubin fu soprattutto un geniale illustratore, che indagò l'universo del sogno e i meccanismo dell'inconscio nelle diverse serie di disegni ispirati alle opere di Poe, Dostoevskij, Hoffmann e nei lavori grafici dedicati ai peccati capitali e a demoniache visioni notturne.

Alfred Kubin - illustrate
Alfred Kubin - Dream animal (1903)

Alexander Jawlenskij unì suggestioni figurative strettamente legate alla tradizione pittorica della sua terra, la Russia, alle teorie del Cavaliere azzurro come per esempio nel "Paesaggio presso Murnau" del 1912 circa, dove la schematizzazione delle forme è accentuata da una violenta cromia che trasfigura in senso espressionista la rappresentazione di rara forza e incisività.

Alexei von Jawlenskij - Landscape-in-Murnau

Alexej von Jawlenskij (autoritratto), 1912

















Il gruppo espose a Monaco nel dicembre del 1911 e nel marzo del 1912, ma l'impegno maggiore degli artisti fu la pubblicazione del'“Almanacco del Cavaliere azzurro", che raccolse vari contributi teorici e apparve nel 1912, costituendo un vero e proprio documento sull'astrattismo.

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