lunedì 16 febbraio 2015

LA SCULTURA ROMANTICA IN FRANCIA

Curiosità e approfondimenti sugli scultori francesi del primo Ottocento

IL SUPERAMENTO DEL CLASSICISMO 
Nei primi decenni dell'Ottocento la scultura mantenne a lungo i suoi connotati classicistici. Sembrava  a molti che quest'arte, a causa della natura stessa del suo linguaggio, a causa del suo legame con la materia, non si prestasse ad accogliere l'infinito, a esprimere l'intangibile.
Scrittori e critici pensavano che la spiritualità romantica trovasse piuttosto il suo ideali strumento d'espressione nella pittura e nella letteratura.
Così in Francia solo al Salon del 1831 apparvero le prime sculture chiaramente in rivolta contro i precetti dell'antico. Antoine-Louis Barye (1796-1875) vi esponeva il "Giaguaro che divora un coccodrillo", opera concentrata sulla resa di una furibonda tensione e che insieme dimostra un'attenzione quasi scientifica per la realtà naturale. L'interesse per gli animali, soprattutto per quelli selvaggi in cui gli istinti umani potessero trovare un loro specchio, non era nuovo e rientrava in una più generale attrazione per il primitivo e l'esotico: in questi anni Delacroix, non a caso uno dei primi ammiratori di Barye, dipingeva le sue tigri in furibonda lotta.

Louis_Barye_Giaguaro che divora un coccodrillo


IL RIFIUTO DELL'ANTICO NELL'OPERA DI F. RUDE
Una più tiepida adesione al reale anima anche le sculture di François Rude (1784-1855) che al Salon del '33 presentò un "Giovane pescatore napoletano che gioca con una tartaruga" (Louvre). Il soggetto era di genere, ma l'opera di Rude, trasferendolo nella scultura, colpì per il suo distacco dai modelli antichi e per la freschezza e la vivacità del modellato. L'opera più nota di Rude è "La Marseillaise" - La partenza dei volontari per la guerra del 1792, su uno dei piedritti dell'Arco di Trionfo de l'Etoile a Parigi (1833-1836). Il bassorilievo, non inserito in una cornice ma  traboccante da una stretta base, esprime l'impeto appassionato dei volontari, giovani e vecchi, galvanizzati dall'impetuosa allegoria della patria in pericolo. In esso alcuni soldati sono rivestiti, classicamente, di maglia e corazza, altri espongono le loro nudità eroiche, ma la tensione che anima il gruppo è di stampo nettamente romantico.

François Rude-Giovane pescatore che gioca
con una tarataruga


LE TENSIONI ROMANTICHE DI DAVID D'ANGERS
Accenti di maggiore libertà nel modellato si rintracciano nell'opera di Pierre-Jean David d'Angers (1788-1856) che, soggiornando a Roma per studiare l'antico dal 1812 al '15, scriveva allo scultore Roland, suo maestro: "Io so che voi mi avete sempre detto che l'antico serve a far vedere le bellezze che esistono in natura". La sua adesione al clima romantico si coglie nei numerosissimi medaglioni e busti che ritraggono personaggi di rilievo dell'epoca. Egli non intendeva rappresentare i suoi modelli secondo una piatta verosomiglianza fisica, mirava molto più in alto; presumeva di cogliere, dei suoi illustri modelli, "l'essenza immateriale che deve circondare quella materiale come un'aureola". Era interessato anche alle teorie fisiognomiche messe in voga da Johann Caspar Lavater (filosofo e teologo 1741-1801), e vagheggiava uno studio dell'anatomia in rapporto con l'espressione. Il suo "Goethe" (medaglione in bronzo), in effetti supera l'oggettività fotografica: il volto ispirato potrebbe rappresentare, come è stato osservato, quello di Faust che sta invecchiando.

LA DEFINITIVA ROTTURA CON IL PASSATO: AUGUSTE PRE'AULT

Auguste-Preault-Dante





Lo scultore che si allontanò in maniera più radicale dalle convenzioni del suo tempo e che appare dotato di maggiore carica anticipatrice, fu Auguste Prèault (1809-1879). La giuria del Salon del 1834 gli rifiutò alcune opere e accettò invece il rilievo "Tuerie" (che si potrebbe tradurre "Massacro, Carneficina") nella speranza che avrebbe screditato l'autore e messo in guardia il pubblico contro gli eccessi della scuola moderna. Tuerie difatti contravveniva a tutte le regole: non era chiaramente decifrabile in quanto il soggetto era svincolato da qualunque punto di vista prospettico; ma la scomposta espressione di parossismo nei volti urlanti e nei gesti deformati, comunicava un'impressione di doloroso furore. Il rilievo resta veramente una delle opere più drammatiche del secolo. Anche nelle opere di matrice letteraria, Prèault sa raggiungere una sua originalità: nel bozzetto "Dante e Virgilio all'inferno" le forme dei dannati, estremamente aggrovigliate, già annunciano il Auguste Roden della "Porta dell'Inferno".

Auguste-Préault-Tuerie - Massacro

François Rude La Marseillaise
Roden Porta dell'Inferno particolare.1880-1900







Rodin_porta dell'Inferno

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